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L'auto tedesca vuole ripartire, ma senza l'Italia non ce la fa

Per questo, i vertici delle case automobilistiche premono sul loro governo affinché l'Europa garantisca al nostro Paese il massimo sostegno in questa fase. Intanto si pianifica la riapertura dei primi stabilimenti tra fine aprile e inizio maggio
Come prima risposta al calo della domanda anche in Germania le aziende fanno ricorso alle leve classiche come lo smart working, la banca delle ore, l’esaurimento delle ferie e la cassa integrazione. Già oggi è chiaro che il ricorso alla cig sarà molto più forte che non durante la crisi economica e finanziaria. Questo viene dimostrato anche dai risultati di un sondaggio realizzato recentemente dall’IG Metall, il sindacato dei metalmeccanici tedeschi. Il sondaggio ha riguardato 3.571 aziende. I risultati che sono stati presentati il 7 aprile rivelano che solo il 4% delle aziende interpellate lavora ancora a pieno regime. Per 1.107 aziende (31%) gli ordini sono invece crollati drasticamente. Il 60% delle aziende riferisce problemi e rischi a livello della catena di fornitura. Il 10% ha già proceduto a licenziamenti e il 38% non ricorre più al lavoro in somministrazione. Il 9% dichiara di avere già dei problemi di liquidità e il 16% si aspetta dei problemi di liquidità nel corso dei prossimi 4-6 settimane.
Mentre l’1% si trova già in insolvenza, un altro 7% vede questo rischio nel corso dei prossimi 3 mesi. Due terzi delle aziende fa già ricorso alla cassa integrazione o prevede di farlo nel corso dei prossimi mesi. Il 42% di queste aziende si aspetta una durata di ricorso alla cassa integrazione di almeno 6 mesi. Nel 55% delle aziende il ricorso alla cassa integrazione riguarda almeno l’80% delle lavoratrici e dei lavoratori e la metà delle aziende dichiara di aver ridotto l’orario di lavoro di almeno il 50%.
Nel settore automobilistico solo alla Volkswagen sono 80.000 dipendenti che attualmente si trovano in cassa integrazione. All’Audi sono invece 29.450, alla Porsche 9.000 e alla Bmw 22.000. Ma anche gli altri gruppi (Mercedes, Opel e Ford), così come anche i grandi fornitori come Continental, Leoni ed altri ancora hanno fermato la produzione. In questi casi la cig si dimostra uno strumento fondamentale per salvaguardare i posti di lavoro. Ma anche dal punto di vista dell’andamento economico la cig si rivela uno strumento fondamentale nella crisi.
Come è stato dimostrato già nella crisi economica e finanziaria, l’impatto sull’economia sarebbe molto maggiore senza lo strumento della cig. È infatti la salvaguardia dei posti di lavoro che riesce a frenare la recessione. Comunque, come menzionato sopra, ci sono anche aziende che hanno già proceduto a licenziamenti. Nell’industria automobilistica la Ford ha annunciato che intende eliminare 5.000 degli attuali 24.000 posti di lavoro a Colonia e Saarlouis e anche l’Audi ha dichiarato che vuole cancellare 1.500 degli attuali 62.000 dipendenti in Germania.
La riapertura delle aziende
Attualmente le case automobilistiche stanno già pianificando le loro strategie di riapertura dei loro stabilimenti. La maggior parte ha deciso di riprendere la produzione verso la fine di aprile o all’inizio di maggio. I fornitori stanno invece concordando le date con i gruppi automobilistici.
La prima a presentare il suo piano di riapertura è stata la Daimler. Mentre il ricorso alla cig per la gran parte delle lavoratrici e dei lavoratori della produzione è stato prolungato fino al 30 aprile, alcuni stabilimenti della Daimler saranno riaperti in modo graduale già a partire dal 20 aprile. Il piano coordinato di riapertura riguarderà in primo luogo i siti di produzione di sistemi di propulsione. Poi sarebbe prevista una riapertura scaglionata dei vari siti di produzione di automobili, monovolume, camion e autobus.
All’inizio sarebbe previsto comunque un solo turno di lavoro. Come la Daimler anche la Bmw si sta preparando per riaprire gli stabilimenti. L’interruzione delle attività in Europa, Sudafrica, Messico e negli Stati uniti dovrebbe durare ancora fino al 30 aprile. La Bmw usa questo tempo per realizzare modifiche negli stabilimenti che si rendono necessarie in vista del lancio della produzione dei nuovi modelli. Nello stabilimento di Monaco, per esempio, si prepara la produzione del modello elettrico Bmwi4 che dovrebbe partire nel 2021. La Ford ha invece annunciato che i due stabilimenti di Colonia e Saarlouis riapriranno probabilmente il 4 maggio.
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Un’altra casa automobilistica che ha già definito il calendario della riapertura dei vari stabilimenti è la Volkswagen. Il 20 aprile saranno riaperti gli stabilimenti di Zwickau e Bratislava. A Zwickau viene prodotto il primo modello completamente elettrico della Volkswagen, la ID3, che dovrebbe essere disponibile in Europa a partire dall’estate 2020. Il 27 aprile dovrebbero riaprire anche la maggior parte degli altri stabilimenti tedeschi, fra cui quelli di Wolfsburg, Hannover, Emden, Braunschweig e Salzgitter così come quelli in Spagna, Portogallo, Russia e negli Stati uniti. Infine, la riapertura degli stabilimenti in Sudafrica, Argentina, Brasile e Messico è prevista per maggio. All’inizio la riapertura avverrà ancora a ritmo rallentato e a regime ridotto, ovvero a un turno.
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In questa fase di riapertura la Volkswagen fa tesoro delle sue esperienze in Cina dove la produzione è già stata ripresa. Per garantire l’approvvigionamento degli stabilimenti cinesi gli stabilimenti produttivi di componenti di Braunschweig e Kassel hanno iniziato il 6 aprile a riprendere la produzione. Dopo Pasqua hanno dato seguito anche gli stabilimenti produttivi di componenti di Salzgitter, Hannover e Chemnitz. In questi cinque stabilimenti di componenti lavorano attualmente complessivamente 1.700 lavoratrici e lavoratori che producono soprattutto motori, trasmissioni e assali. Anche lo stabilimento dell’Audi a Györ in Ungheria ha ripreso la produzione di motori. Inizialmente la riapertura riguarda 100 dipendenti che lavorano su un solo turno. La produzione di componenti in questa fase non serve solo a garantire la produzione in Cina ma anche a preparare le forniture di componenti a tutti gli stabilimenti di montaggio del gruppo Volkswagen in europa, incluso gli stabilimenti degli altri marchi del gruppo