
L'INCHIESTA
Alla Michelin di Cuneo, tra termoscanner e mascherine autoprodotte, alle acciaierie di Terni dove senza docce non si può stare, tra gli scaffali delle librerie in mezzo all'ansia dei lavoratori e in Fincantieri dove fanno navi da guerra ma oggi è sciopero
Quando partirà la fase due? Domanda ormai ricorrente, che tutti si fanno, che riempie notiziari e pagine dei giornali e fa litigare la politica. Ma mentre ci si scontra nei talk-show, ci sono moltissimi lavoratori che nella fase due, volenti o nolenti, sono già entrati. Sono quelli delle attività essenziali, che in realtà non si sono mai fermati, e ora anche quelli della “ripartenza anticipata”, delle tante aziende che in virtù dell’allargamento dei codici Ateco da parte del governo o grazie al via libera delle varie prefetture (per lo più con il silenzio assenso), si sono già rimesse in moto.
Aziende come la Michelin di Cuneo, grande fabbrica di pneumatici con i suoi 2270 dipendenti diretti più alcune centinaia di somministrati, che dopo lo stop imposto lo scorso 17 marzo ha riavviato parzialmente la sua attività il 7 aprile, per poi intensificarla fino a rimettere al lavoro circa il 40% degli addetti. "Attualmente facciamo le gomme per le ambulanze e le forze dell'ordine – ci spiega Ezio Chiappello, operaio manutentore e rappresentante sindacale della Filctem Cgil – e credo di poter dire che abbiamo messo in campo tutto quello che potevamo per lavorare in massima sicurezza”.